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Perché è così difficile sfatare i miti sulla formazione del traduttore?
Thread poster: Gaetano Silvestri Campagnano
Gaetano Silvestri Campagnano
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Su questo non ci piove May 26, 2021

Nicola Fortunato wrote:

prima di ragionare e agire porre una buona dose di modestia.





Ciao Nicola,

È chiaro che sull'importanza della modestia, anzi, dell'umiltà, non ci piove. Spero siamo tutti d'accordo che l'umiltà debba essere l'ingrediente fondamentale di un buon traduttore. Troppo spesso questo aspetto viene dimenticato, e non si finirà mai di ribadire quanto sia importante.

Ma questo discorso ci porterebbe troppo lontano e, appunto, off-topic rispetto all'argomento della discussione. Su quest'ultimo spero invece che tutti o quasi tutti quelli che sono intervenuti possano convenire su quanto detto più volte finora, e cioè che per essere un buon traduttore conta solo tradurre correttamente, non importa come si sia arrivati a questo traguardo. Tutto ciò perché la stessa realtà dei fatti testimonia in modo evidente che esistono ottimi traduttori di ogni campo con i percorsi formativi più disparati, dal plurilaureato o persino accademico, in campo linguistico traduttivo o tecnico-scientifico (e non necessariamente in entrambi) fino all'autodidatta e al vero "self-made translator", o persino al raro genio e talento innato della traduzione.

Buona giornata a tutti,

Gaetano

[Modificato alle 2021-05-26 09:02 GMT]


P.L.F. Persio
 
Giovanni Milone
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Per colpa di una taccola, ovvero: to translate, to sleep, maybe to dream Jun 1, 2021

Gentilissime colleghe, esimi colleghi,

vorrei condividere con voi un accadimento singolare, che ha animato in me un profondo turbamento.

Qualche giorno fa, nel corso di un'escursione sulle montagne toscane (nel versante appenninico che volge sul Mar Tirreno), sono incappato in un piccolo eremo abbandonato, di cui non ho trovato traccia sulle mie mappe.

Affascinato da quel luogo, sulla cui storia, apparentemente sfuggita alle cronache degli uomini, ho un poc
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Gentilissime colleghe, esimi colleghi,

vorrei condividere con voi un accadimento singolare, che ha animato in me un profondo turbamento.

Qualche giorno fa, nel corso di un'escursione sulle montagne toscane (nel versante appenninico che volge sul Mar Tirreno), sono incappato in un piccolo eremo abbandonato, di cui non ho trovato traccia sulle mie mappe.

Affascinato da quel luogo, sulla cui storia, apparentemente sfuggita alle cronache degli uomini, ho un poco fantasticato, ho malauguratamente deciso di sostarvi per una pausa. Seduto tra le antiche mura della cappella, sconosciute se non a sterpi e taccole, mute testimoni del tempo, ho acceso un fuoco da campo e approntato un frugale pasto. A stomaco pieno, ammaliato, come sempre mi succede, dal gioco delle fiamme e delle braci che si fanno polvere, mi sono perso tra i miei pensieri, dimenticandomi per un po' dell'eremo, del mondo e di me stesso.

Dopo qualche tempo, alcuni rumori provenienti da un edificio contiguo hanno risvegliato la mia attenzione.
Dato il loro volume, incompatibile con il lavorìo anche di un'intera squadra di pennuti, ho pensato, allarmandomi, a un animale selvatico di taglia maggiore, e dunque più pericoloso.
Oh! Quale stupore nel vedere una figura umana varcare la soglia!
Si trattava di un'anziana donna dai lunghi capelli bianchi, magra e curva, in abiti dimessi.
Accortasi di me, si avvicinò con passo esitante al fuoco, fermandosi in attesa a breve distanza.
Mi scrutò per alcuni lunghi istanti, con sguardo intelligente e penetrante, che pur cercava di nascondere.
Da parte mia, non trovai di meglio che offrirle un po' del caffè che avevo preparato e ancora restava nella cuccuma.
Al gesto con cui le porsi la tazza, mia titubante proposta di pacifico sodalizio, rispose con un indecifrabile sorriso, accettando la mia offerta e sedendosi non lontano da me.

Ci studiammo per un po', rinfrancando in silenzio le nostre membra con il liquido caldo e fumante.
Poi i suoi occhi scuri si soffermarono sul libro - "Tecniche di traduzione" - che avevo portato come compagno di escursione, appoggiato accanto al fuoco. Con uno sguardo ambiguo, in bilico tra la simpatia e la commiserazione, lasciò trapelare di avermi, in un battito di ciglia, inquadrato.
Infine, decise di sdebitarsi, o di punirmi, o forse entrambe le cose.

Con enfasi ieratica, resa familiare solo da un vago e lontano accento tedesco, la donna iniziò il suo discorso.
Vi riporto le sue parole con la maggiore fedeltà che la memoria mi consente.

"Ti parlerò dei titolati, o degli uomini che non si voltano.

«Che cos'è un testo? Che cos'è un CAT tool? Che cos'è un traduttore?», chiedono i titolati ai loro discepoli, e strizzano l'occhio.
«Un tempo la professione era muta e oscura, terra selvaggia di tesori e perigli. Noi abbiamo sprigionato il fulmine. Noi abbiamo scatenato il tuono. Cosa potremmo desiderare di più? Cosa mai di meglio può esservi per un uomo del cavalcare un fulmine?», proferiscono a bocca chiusa, accarezzandosi l'orecchio.

«Noi abbiamo inventato la traduzione!», declamano, e strizzano l'occhio. «E voi che a noi guardate, orsù cedete, e rispondete: che cos'è una norma ISO? Come si usa la d eufonica? Come si traduce schadenfreude?». 

Il mercato è diventato limpido, e su di esso saltellano i titolati, che rendono tutto limpido.
Dimentichi del proprio anelito alla pienezza, essi riempiono il vuoto di parole, rinunciando alla riva e al viaggio.
Nessuna voce né passo che sia d'uomo rompe il silenzio nei cupi dibattiti.

Ma in verità, in verità ti dico!
Guardati da chi vuole, con il proprio eloquio, costruir nel cielo e imporne crudele alla terra la disciplina e tetra.
Essa è insieme balsamo e veneficio: inutile il primo, troppo blando il secondo.
Ahimè! Si avvicina il tempo in cui il traduttore non scaglia più la freccia del suo desiderio al di là del master, e la corda del suo arco ha disimparato a sibilare.
Nulla più spaventa gli uomini del mese vicino all'aprile, poiché esso è insieme gioia e paura, canto e pioggia.
Così è sempre stato, e anche oggi le cose non stanno diversamente!

Ricorda le mie parole.
E adesso vai. Vai!"

A questa improvvisa esortazione, mi destai. Mi ero addormentato, e una temeraria taccola becchettava rumorosamente le briciole del mio pasto.

Era stato dunque tutto un sogno, null'altro che un sogno?

Inquieto e frastornato, oltre che preoccupato dall'incombente imbrunire, raccolsi le mie cose e mi incamminai meditabondo lungo il declivio che, da che gli uomini hanno memoria, congiunge le ariose vette al mare piatto degli etruschi, impaziente di riprendere il mio posto tra coloro che non conoscono maestri.


[Edit: versione aggiornata.]

[Edited at 2021-06-02 04:32 GMT]
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Chapeau, Giovanni! Jun 1, 2021

Che lettura goduriosa! Devo dire che la tua "cuccuma" mi ha provocato una lacrimuccia, è una parola che non sentivo da lunga pezza.

Mi auguro che questo sia il primo di tanti racconti tuoi, ma anche di altri colleghi.

Dovremmo cimentarci anche noi nella produzione di prosa su ProZ, al pari del Corona Diary di Mervyn Henderson, o del Completely Frivolous Thread aperto dal nostro Tom in London.


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Chapeau! Jun 1, 2021

Giovanni Milone wrote:

Gentilissime colleghe, esimi colleghi,

vorrei condividere con voi un accadimento singolare, che ha animato in me un profondo turbamento.
...
Inquieto e frastornato, oltre che preoccupato dall'incombente imbrunire, raccolsi le mie cose e mi incamminai meditabondo lungo il declivio che, da che gli uomini hanno memoria, congiunge le verdi vette al mare piatto degli etruschi, impaziente di riprendere il mio posto tra coloro che non conoscono maestri.


Chapeau, Giovanni!

E lo dico sia per la forma che per l'eccellente messaggio di fondo, che spero sia unanimemente condiviso.

Riguardo alla forma, che dire: hai tutte le carte in regola per fare lo scrittore o quanto meno il traduttore letterario. Perciò sei tra i pochi fortunati che potranno continuare a svolgere questo lavoro con profitto per tutta la vita, nonostante ogni sviluppo tecnologico. Infatti, in presenza di brani letterari, non ci sarà mai traduzione automatica che tenga per soppiantare un traduttore in carne e ossa.


[Modificato alle 2021-06-01 15:52 GMT]


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Gaetano Jun 1, 2021

Gaetano Silvestri Campagnano wrote:

Chapeau, Giovanni!

E lo dico sia per la forma che per l'eccellente messaggio di fondo, che spero sia unanimemente condiviso.

Riguardo alla forma, che dire: hai tutte le carte in regola per fare lo scrittore o quanto meno il traduttore letterario. Perciò sei tra i pochi fortunati che potranno continuare a svolgere questo lavoro con profitto per tutta la vita, nonostante ogni sviluppo tecnologico. Infatti, in presenza di brani letterari, non ci sarà mai traduzione automatica che tenga per soppiantare un traduttore in carne e ossa.


Che fai, mi leggi nel pensiero?

Condivido tutto, ovviusli.

[Edited at 2021-06-01 15:52 GMT]


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Grande telepatia Jun 1, 2021

P.L.F. Persio wrote:

Gaetano Silvestri Campagnano wrote:

Chapeau, Giovanni!

E lo dico sia per la forma che per l'eccellente messaggio di fondo, che spero sia unanimemente condiviso.

Riguardo alla forma, che dire: hai tutte le carte in regola per fare lo scrittore o quanto meno il traduttore letterario. Perciò sei tra i pochi fortunati che potranno continuare a svolgere questo lavoro con profitto per tutta la vita, nonostante ogni sviluppo tecnologico. Infatti, in presenza di brani letterari, non ci sarà mai traduzione automatica che tenga per soppiantare un traduttore in carne e ossa.


Che fai, mi leggi nel pensiero?

Condivido tutto, ovviusli.

[Edited at 2021-06-01 15:52 GMT]


Ciao Miss (non uso il nome vero se non mi autorizzi )

Caso incredibile di telepatia, in effetti: due post dal titolo praticamente identico pubblicati nello stesso momento!




[Modificato alle 2021-06-01 16:02 GMT]


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Vi Jun 1, 2021

...ringrazio entrambi!
Ma non è tutta farina del mio sacco: mi sono ampiamente ispirato al Così parlò Zarathustra (da cui l'accento tedesco).

E' una storiella benevolmente ironica, scritta più che altro per divertimento. (Scrivere prosa sul sito la trovo un'idea splendida!)


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Ispirazione Jun 1, 2021

Giovanni Milone wrote:


...ringrazio entrambi!
Ma non è tutta farina del mio sacco: mi sono ampiamente ispirato al Così parlò Zarathustra (da cui l'accento tedesco).

E' una storiella benevolmente ironica, scritta più che altro per divertimento. (Scrivere prosa sul sito la trovo un'idea splendida!)


Come diceva Molière: Je prends mon bien où je le trouve e tu l'hai trovato e l'hai ricreato, adesso è farina tua.


Giovanni Milone
Gaetano Silvestri Campagnano
 
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